Arriva il «diritto alla ricarica»
La mozione «Diritto alla ricarica» del consigliere nazionale Jürg Grossen è stata approvata dal Parlamento. Nell’intervista il consigliere verde-liberale spiega perché è così importante e quale ruolo rivestono le auto elettriche nella svolta energetica.
Nella sessione estiva il Parlamento ha approvato la sua mozione relativa al «Diritto alla ricarica». Che cosa significa?
Significa che in futuro i locatari e proprietari per piani avranno accesso a una stazione di ricarica all’interno del loro garage. Finora ciò era subordinato al consenso dei locatori o di altri proprietari per piani. Parliamo quindi di una «non vietabilità» delle stazioni di ricarica, mettendole sullo stesso piano della connessione in fibra ottica e delle linee necessarie a tal fine nelle case plurifamiliari.
Le resistenze sono così tante da dover rendere necessaria una nuova legge?
Sì, l’opposizione è enorme, come ci viene continuamente segnalato dall’associazione Swiss eMobility, di cui sono presidente. Anche i venditori di auto ci confermano che la situazione legata alla ricarica privata è di solito l’ostacolo maggiore per l’acquisto di un’auto elettrica. Infatti, per chi non ha la possibilità di ricaricare a casa, la mobilità elettrica non è sufficientemente allettante. Per questo il diritto alla ricarica o, appunto, la «non vietabilità» è ancora più importante qui da noi, dove oltre il 70 percento della popolazione è composta da locatari o proprietari per piani.
Perché i locatori si oppongono all’installazione di una stazione di ricarica?
Molti continuano a pensare che le stazioni di ricarica a casa non siano necessarie. Inoltre, vi sono numerosi pregiudizi nei confronti della mobilità elettrica. E, naturalmente, un’installazione di base di questo tipo è anche costosa. Anche se questo non è un gran problema se si opta per un sistema intelligente e controllabile.
Questi costi restano a carico del locatore?
No, può ripartirli tra i locatari, ad esempio con un canone di affitto mensile per il posto auto nel garage. A tal fine, due anni fa abbiamo elaborato le relative linee guida insieme all’Associazione Inquilini, all’Associazione dei Proprietari Fondiari e al settore automobilistico e dell’elettricità.
Stando agli oppositori il diritto alla ricarica rappresenterebbe un’ingerenza sproporzionata nei diritti di proprietà.
Io non la vedo così. Tutti gli svizzeri hanno il diritto di fruire dell’energia in tutte le situazioni di vita, compresa la mobilità. Anche i locatari. L’Ufficio federale di giustizia ritiene inoltre che il diritto alla ricarica possa essere considerato un interesse superiore.
Ora il Consiglio federale procederà all’elaborazione della legge. Quando entrerà in vigore il diritto alla ricarica?
Non è ancora chiaro. Ci sono abbastanza esempi di progetti legislativi che vengono rinviati a lungo e che alla fine falliscono. Noi ci impegniamo per un’attuazione semplice, pragmatica e rapida. Sono convinto che la legge sarà pronta tra uno o due anni al massimo.
Il Consiglio federale si è espresso contro la sua mozione. Ritiene che faccia abbastanza per promuovere la mobilità elettrica?
Assolutamente no. Gran parte dei consiglieri federali non riesce a liberarsi da certe idee ormai superate, così come molti proprietari di edifici o per piani. Sebbene volessero introdurre gli incentivi per l’infrastruttura di ricarica con la legge sul CO2, è mancata l’approvazione in Parlamento. Il diritto alla ricarica è comunque il metodo migliore, perché i costi sono a carico degli utenti e non è necessario spendere il denaro dei contribuenti.
La roadmap 2025 dell’Ufficio federale dell’energia prevedeva che quest’anno il 50 percento di tutte le nuove immatricolazioni avrebbero riguardato auto elettriche. Attualmente, compresi gli ibridi plug-in, siamo solo al 30 percento. Per quale motivo?
I motivi sono diversi. Il principale è proprio l’impossibilità
ad accedere all’infrastruttura di ricarica per oltre il 70 percento della popolazione, che finora non ha potuto decidere autonomamente quale installare nei propri parcheggi. Poi, nel 2024, è stata introdotta una tassa d’importazione sulle auto elettriche. Ci sono stati un paio di fattori che hanno impedito di raggiungere gli obiettivi.
Lei stesso ha creato una roadmap: la Roadmap Grossen. Quali sono i punti principali?
La mia roadmap non è pensata solo per la mobilità, ma per l’intero approvvigionamento energetico in Svizzera. Dimostrerò che, con la strategia adottata nella nuova legge sull’energia elettrica, possiamo alimentare con energia rinnovabile l’intero Paese. Quindi esclusivamente con energia solare, eolica e idrica. Già oggi registriamo periodi in cui circa l’80 percento dell’intero consumo svizzero è coperto da energia solare: è tantissimo!
L’energia solare, però, non viene prodotta in modo uniforme.
Anche con il sistema rigido attuale, è necessario lavorare molto con gli accumulatori per adattare l’energia di banda al consumo variabile. Ora è il momento di adeguare questo sistema alle energie rinnovabili. Questo richiede modifiche della struttura tariffaria affinché la lavatrice o lo scaldabagno vengano accesi a mezzogiorno, quando c’è il sole e molta energia solare e non di notte, quando le tariffe continuano a essere erroneamente più convenienti.
Qual è il ruolo delle auto elettriche in tutto questo?
Diventeranno un fattore assolutamente fondamentale. Le auto elettriche sono la fonte di consumo di energia elettrica più facile da controllare, poiché possono essere ricaricate quando c’è molta energia solare a disposizione. E non appena molti modelli funzioneranno in modo bidirezionale, ossia ricaricheranno e restituiranno elettricità, disporremo di tantissimi accumulatori decentralizzati. Tra 20 anni, la capacità di accumulo delle batterie per auto disponibili sarà nettamente superiore a quella di tutte le centrali ad accumulazione con pompaggio messe insieme. Inoltre, l’utente dell’auto non si accorge se il sistema sta caricando o scaricando: l’autonomia è sempre garantita.
La mobilità elettrica funziona soprattutto se l’elettricità proviene da fonti rinnovabili. L’espansione procede abbastanza velocemente?
I principali progressi si stanno riscontrando negli edifici. La Svizzera è leader mondiale pro capite nella produzione di energia solare sui tetti. Un aspetto che ha senso. Non c’è niente di più efficace che produrre l’elettricità dove viene consumata. È come l’insalata del proprio orto. In più, l’espansione è molto più veloce dell’aumento dei consumi. Nonostante la mobilità elettrica, non abbiamo bisogno di molta più elettricità perché l’efficienza continua a crescere: ogni nuovo apparecchio elettrico è più efficiente di quello precedente. Ecco perché oggi la Svizzera consuma la stessa quantità di energia di 20 anni fa, nonostante 500 000 pompe di calore, 250 000 auto elettriche, innumerevoli centri di calcolo e un milione e mezzo di persone in più.
Qual è la soluzione energetica per l’inverno?
Questo è sicuramente il cavallo di battaglia degli oppositori. In estate avremo notevoli eccedenze di energia solare. Investirei in tutte le possibilità di stoccaggio, ad esempio nella produzione di carburanti e combustibili sintetici da cui in inverno possiamo recuperare energia in base al fabbisogno.
Intervista Reto Neyerlin
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